SANT'ALESSANDRO DI BERGAMO
Canto alle gesta di S. Alessandro
di
Bernardo Tasso
Qual pria dovrò con isparato canto,
Qual poi narrar de' tuoi predari gesti?
Forse i vessilli, che de' Santi al Santo
Come trofeo porgesti?
O le fami durate e di cruenti
Aspri flagelli con inuitto core
Pel tuo Signor sofferti, di fetente
Prigion nel cieco orrore?
O i morti che dal loro funereo letto
A' tuoi preghi d'un subito destarsi,
E delle genti attonite al cospetto
Ritti su pie levarsi?
O gli idoli dirò da te distrutti
Sotto gli sguardi del tiranno irato?
O le fiumane che con pidi asciutti
Securo hai valicato?
Come il tuo capo apparve un alto monte
Al rio littor, che di spavento svenne?
Come t'offristi con gioisa fronte
A la fatal bipenne?
O forse canterò, come regente
Le scolla si vestir di gigli e rose,
Ove cadder del tuo sangue innocente
Le stille preziose?
-Bernardo Tasso-
Con questa vecchia e poco conosciuta poesia scritta dal padre del famoso Torquato Tasso, Bernardo, desiderò augurare un buon onomastico a tutti/e coloro che portano il nome di Alessandro/a e derivati.
La storia di questo Santo, patrono della città di Bergamo, è ricca di amore ma anche di sofferenza. Possano queste parole antiche fungere da motivazione per conoscere di più su questa figura che può sicuramente insegnare valori sempre attuali.
Vi lascio il dipinto di un artista bergamasco, Giovanni Gasparro, che in quest'opera rappresenta il Santo.
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