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26 ANNI

26 ANNI

Ho da pochi giorni compiuto ventisei anni e voglio mettere per iscritto alcune considerazioni che ultimamente navigano nei miei pensieri e voglio farlo perché ho iniziato ad avvertire una sensazione diversa dal momento in cui ho spento queste candeline che aumentano di un'unita ogni volta che ritorna il giorno dell'anno in cui son nato. Quest'unita, che rappresenta appunto un anno di vita, è sempre più difficile da riportare sotto forma di candela sulla torta in quanto lo spazio si fa ogni anno sempre più ristretto e quindi basta cambiare la candela singola (un'unità) con una candela che rappresenta un numero. Nel mio caso quindi bastano due candele: una rappresentante il numero 2 e l'altro rappresentante il numero 6. Quello su cui però non mi son mai soffermato a riflettere è il valore ed il peso che ogni cambio di numero si porta dietro. Per la prima volta quest'anno qualcosa dentro di me è cambiato e oltre al fatto di sentirmi ormai più vicino all'essere un trentenne che si è affacciato alla vite degli adulti piuttosto che uno spensierato ventenne, la cosa che mi sta facendo molto riflettere riguarda il fatto che mi sento più responsabile di tutto quello che mi circonda in quando l'agire e purtroppo anche il non agire ha delle ripercussioni sul mondo che mi circonda. Come giovane il sapere che alla mia stessa attuale età un altro giovane, ovviamente in un altro contesto ed in altri "tempi", di nome Giuseppe Mazzini fondò la "Giovine Italia" mi fa abbastanza effetto in quanto io ad oggi non ritengo di aver fatto qualcosa di utile per il mondo. Nascondendomi dietro alla scusa di essere tutto sommato una brava persona, e per brava persona intendo che non ho mai fatto del male a nessuno almeno direttamente, mi son dimenticato che non basta questo per essere una brava persona anche perché alla fine anche se in modo indiretto per vivere io sicuramente ho provocato in un modo o in un altro la sofferenza di qualcuno, e probabilmente questo è anche tutto sommato normale, però il prendere coscienza su questo mi ha risvegliato da un sonno durato fin troppo. Voglio quindi cercare di cambiare nel corso di questo anno che mi porterà alla prossima torta di compleanno ispirandomi alle parole del Mahatma Gandhi:
"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo".
Spesso mi soffermo a pensare a quante cose ed aspetti non mi piacciono di questo mondo ed in questo mondo, e in modo superficiale ed estremamente inutile sputo sentenze, giudizi e critico tutto e tutti, ma in fondo non posso sperare che il mondo cambi se non riesco a cambiare nemmeno me stesso. Se riuscirò a cambiare le mie abitudini negative, se riuscirò a vincere le mie debolezze, se riuscirò a mettere in pratica ciò che con le parole è facile esprimere ma con i fatti meno, se riuscirò a lottare per quello in cui credo senza farmi condizionare da tutto ciò che mi remerà contro, allora forse il mondo inizierà a cambiare. Il cambiamento deve partire da me. 



Con questa certezza nel cuore sto vivendo i miei primi giorni da ventiseienne e mi impegnerò, anche se sono consapevole che sarà una battaglia dura, a lavorare su me stesso affinché un cambiamento possa iniziare a nascere in me generando positività anche attorno al mio passaggio su questa terra. 


Più che un articolo questa è una pagina di diario che ho sentito il desiderio di scrivere perché VERBA VOLANT, SCRIPTA MANENT come dicevano i latini (le parole volano, gli scritti restano) e chissà magari tra qualche anno rileggendo queste righe potrò valutare se avrò fatto qualche passo in avanti o se invece sarò rimasto immobile sperando invano in un cambiamento di ciò che non è dentro di me. 

A presto...

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